Russia, a bordo della Stazione spaziale internazionale fino al 2028
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La Russia continuerà a far parte della Stazione spaziale internazionale (Iss) almeno fino al 2028. Ad annunciarlo ufficialmente è stato Yuri Borisov, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, con una lettera inviata ai partner dell’Unione europea, degli Stati Uniti, del Canada e del Giappone e un comunicato sul suo canale Telegram.

Nonostante le minacce di voler sospendere la partecipazione fino alla revoca delle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina, schiacciata dalla crisi economica e dalla competizione di SpaceX e della Cina, la Russia non può permettersi di abbandonare la Stazione spaziale internazionale. E infatti, dopo un anno, è arrivata la conferma.

Il governo della Federazione russa ha approvato l’estensione della partecipazione al programma della Stazione spaziale internazionale fino al 2028. Il programma Iss è il progetto internazionale più grande e di maggio successo nel campo dello spazio e sono lieto che un laboratorio così unico continuerà il suo lavoro e contribuirà alla realizzazione delle idee più audaci dell’umanità nell’esplorazione dello spazio”, ha detto Borisov nella lettera.

Strada sbarrata

La decisione è arrivata proprio mentre il Washington Post rivela come il programma spaziale russo sia stato sensibilmente ridotto e continuerà a esserlo nei prossimi anni, a causa delle sanzioni, all’ascesa di SpaceX come principale vettore di trasporto degli astronauti sulla Iss e agli sforzi della Cina per diventare un nuovo leader nel settore.

In particolare, grazie alle rivelazioni contenute nei Pentagon leaks, il Washington Post ha indicato come principale ostacolo al programma russo la rottura delle partnership occidentali e l’interruzione della catena di approvvigionamento, dato che, a partire dal 2014, la Russia ha smesso di produrre propri componenti, sostituendoli con la “superiore tecnologia occidentale”, più “facilmente disponibile”.

Questa situazione ha portato i clienti stranieri a cancellare i lanci pianificati sui razzi russi, che fruttavano tra i 75 e gli 85 milioni di dollari per astronauta, e altre attività legate allo spazio, come il lancio di satelliti. Operazioni oggi largamente prese in carico da SpaceX di Elon Musk e dai rivali cinesi, il cui programma spaziale è in pieno sviluppo.

Per questo, e perché la nuova stazione spaziale cinese Tiangong (Palazzo Celeste) non è ancora pronta, la Russia non ha avuto altra scelta che continuare nel progetto Iss. Un’eventuale auto esclusione l’avrebbe infatti privata completamente di qualsiasi presenza nello spazio e accesso alle ricerche attualmente in corso nella Stazione.



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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-04-27 10:04:22 ,

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